Altri episodi ed eventi

Robinsub 1- Robinsub 2

Ferraro organizza “Robinsub 1” e “Robinsub 2”, i primi esperimenti italiani di sopravvivenza sottomarina individuale, protagonista il figlio Italo. Questa volta è stato preceduto da americani e francesi che disponevano di mezzi e strutture imponenti grazie a finanziamenti governativi. Enti e istituzioni italiani invece si sono sempre celati dietro il paravento dell'impossibilità di sostenere i gravosi costi che comportano esperimenti di questo genere.
Ferraro vuole dimostrare, con intento provocatorio, che si può fare qualcosa di tecnicamente e scientificamente interessante anche con investimenti dell'ordine di poche decine di migliaia di lire: spirito di iniziativa, impegno, passione e orgoglio spesso permettono più dei quattrini.
Progetta una “campana” di metri 2 x 2 x 2,5, costruita in rete metallica e foderata all'interno con un foglio di plastica per trattenere l'aria che vi è immessa dalla superficie.
“Robinsub 1” ha luogo Giovedì 4 luglio 1968 ad Ustica in occasione della X Rassegna Internazionale delle Attività Subacquee. La campana viene ancorata alla profondità di l0 metri davanti alla Grotta Azzurra, proprio sotto l'omonimo albergo. Italo l’abiterà per cinquanta ore di fila.

“Robinsub 2” ha luogo dal 1 al 7 febbraio 1969 a Genova e viene effettuato durante il Salone Nautico a una temperatura ben più bassa di quella di Ustica del luglio precedente. Il quotidiano “Il Secolo XIX” mette a disposizione una linea e un apparecchio telefonico e cosi può pubblicare la prima intervista fatta sott' acqua da un inviato con maschera, pinne e autorespiratore che è andato a trovare il rampollo del professor Ferraro nella sua residenza invernale sottomarina. Dal Quirinale Ferraro padre è raggiunto da un telegramma di felicitazioni del presidente Giuseppe Saragat: "Desidero compiacermi vivamente con lei e con i suoi collaboratori per l'ardita realizzazione di immersione subacquea che suo figlio sta coraggiosamente portando a felice compimento. "
Italo riemerge dal freddo nel gelo, la mattina del 7 febbraio 1969, dopo otto giorni e sei notti di solitudine. (2)

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Italo Ferraro sott’acqua all’interno della “campana” durante un controllo medico
Italo Ferraro sott’acqua all’interno della “campana” durante un controllo medico


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Villaggio Portofino 1975

Nella settimana tra il 6 e il 13 luglio 1975, Ferraro costruisce un villaggio subacqueo sul fondale antistante il Promontorio di Portofino allo scopo di dimostrare che, anche con mezzi minimi, si può affrontare il problema delle permanenze subacquee prolungate fino a raggiungere i limiti economici che rendono redditizio il lavoro nella sicurezza. Ottiene l’appoggio degli organi superiori dei Vigili del Fuoco che mobilitano circa 60 uomini, tra Ufficiali, Istruttori e Allievi dell'VIII Corso Sommozzatori oltre a un consistente numero di mezzi nautici. Il villaggio è composto da tre abitacoli di tipo e struttura diversi, posti a profondità variabile tra l0 e 30 metri, ancorati con l'utilizzo di catene e cavi d'acciaio agli scogli del fondo e completi di impianti per il ricambio d'aria, di illuminazione ed interfono. Oltre ai Vigili del Fuoco, partecipano all’esperimento rappresentanti delle forze subacquee dei Carabinieri, della Polizia di Stato, della Guardia di Finanza e i tecnici della Technisub. La Saipem invia la nave Ragno. Nutrita la rappresentanza del mondo scientifico universitario nelle persone dei Professori Paolo Colantoni, Damiano Zannini, Angelo Stefanon, Francesco Cinelli, Lamberto Ferri-Ricchi, Beppe de Renzi e molti altri. Duilio Marcante lavora nell’aia del “villaggio sommerso” con una falciatrice di alghe da lui inventata. L’Ing.Pucciarini, già collega di Ferraro nella X Mas, pilota personalmente un SLC comunemente noto come “maiale” nella versione costruita dalla sua azienda Cosmos. La RAI è presente con Paolo Valenti che trasmette in diretta per più di tre ore da una piattaforma costruita dai VV.F. sulla scogliera di Portofino. L'operazione fu anche definita "VENTIMILA ORE (DI LAVORO) SOTTO IL MARE", in riferimento all' elevato numero di ore di lavoro effettuate da tutti i sommozzatori, in preparazione ed in attuazione del progetto. La costruzione del “Villaggio Subacqueo di Portofino”, ha dimostrato che è possibile realizzare e utilizzare una vera e propria unità abitativa, entro una profondità di 50 metri, dotata del necessario per lunghe permanenze.

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Una fase dell’allestimento del Villaggio. Ferraro in persona e, come quasi sempre, senza muta sta verificando gli ancoraggi
Una fase dell’allestimento del Villaggio. Ferraro in persona e, come quasi sempre, senza muta sta verificando gli ancoraggi
L’Ing.Pucciarini ai comandi di un SLC in versione civile
L’Ing.Pucciarini ai comandi di un SLC in versione civile


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Ritrovamento salma G. Marelli

Il 18 aprile 1960 i fratelli Ercole e Giuseppe Marelli, studenti universitari, e un loro amico sono a caccia di anatre sul lago Trasimeno quando all’improvviso la barca su cui si trovano affonda. l tre ragazzi non hanno scampo: zavorrati come sono precipitano sul fondo del lago senza riuscire nemmeno a dare due bracciate. La tragedia colpisce tutta l'Italia: per la giovane età delle vittime, perché la famiglia Marelli è quella conosciutissima degli industriali della radio. I sommozzatori dei Vigili del Fuoco intervengono in forze, insieme ai Carabinieri Subacquei poiché l’accaduto potrebbe avere anche rilevanza penale. Recuperano presto due cadaveri, ma il corpo di Giuseppe Marelli non si trova. Decine di imbarcazioni arano il fondale trainando di poppa cavi e rampini. Impietrito dal dolore, immobile sul pontile di Monte del Lago, il padre di due delle vittime, l'ingegner Fermo Marelli, osserva con il cuore lacerato dall' angoscia e dall' orrore. Il 19 aprile, Vigili e Carabinieri, d'accordo, decidono di chiedere l'intervento personale di Ferraro, che si precipita nel paesino sulla sponda orientale del Trasimeno. Prende posto a bordo di un gommone con il carabiniere subacqueo Santamaria. I sommozzatori, vincolati alle loro barche appoggio mediante una sagola, così come prevede la procedura di sicurezza per questi specialisti, osservano il fondale, lo tastano palmo a palmo. Qui, a poco più di cento metri dalla riva, nel punto esatto in cui è affondata la barca dei tre giovani cacciatori, le alghe formano una foresta intricata e fitta. Ogni pochi metri i sommozzatori sono costretti ad allontanare con la mano le alghe che si sono appiccicate sulla loro maschera. Per prima cosa Ferraro suggerisce: «Quando vi fermate per pulire dalle alghe il cristallo della maschera, tornate indietro d'un metro, e tastate tutt'intorno: perché può accadere che la vostra barca appoggio abbia scarrocciato, e in questo caso potreste trascurare di mettere le mani nel punto giusto.» Poi decide di immergersi personalmente, insieme al carabiniere subacqueo. E gli accade proprio quel che aveva previsto: quando si ferma per liberare la maschera dal paciugo di alghe, si ritrova spostato rispetto alla direttrice del suo percorso subacqueo. Allora torna indietro d'un po', appena un metro, e le sue dita sensibili percepiscono qualcosa di inconfondibile, il velluto a coste d'un pantalone da caccia, quello che indossa Giuseppe Marelli. Con l'aiuto di Santamaria il corpo esanime è liberato dalle alghe che lo nascondono e lo avviluppano. Sono gesti delicati e pietosi, quelli di Ferraro e del carabiniere. Mentre tornano a terra, sul fondo del battello il corpo riverso del giovane annegato, il carabiniere Santamaria gli fa: «Se non lo trovavamo oggi, lei ci teneva qui fin quando non lo avessimo trovato ... » «E già. Ma tu lo hai visto, il padre? Avresti potuto pensare di andartene, di lasciar li quell'uomo, solo con la sua disperazione?» Sempre immoto sul pontile, l'ingegner Fermo Marelli attende il corpo del suo secondo figlio, assassinato dal lago nel giorno della Resurrezione. Non dimenticherà mai quel che Ferraro ha fatto: vuole che accetti una qualche tangibile espressione di riconoscenza, manderà a casa sua una sua persona di fiducia per insistere, per convincerlo: "non si tratta di pagarla, professore, per carità ... Ma l'Ingegnere vorrebbe tanto che lei ... " Ferraro è deciso, fermo: "Dica all'Ingegner Marelli che la tragedia di cui è stato vittima è incommensurabile. Io non ho fatto che il mio dovere. Per me è più che sufficiente poter contare sul privilegio della sua amicizia." Da allora e per molti anni, tutte le volte che è in viaggio, Fermo Marelli spedisce a Luigi Ferraro una cartolina con un saluto. (2)

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Ritrovamento mini sommergibile - Locarno

Un altro ritrovamento, sempre legato ad avvenimento tragico, cui Ferraro dette un contributo importante fu quello del mini sommergibile “Squalo Tigre” scomparso con due uomini di equipaggio il 16 gennaio 1965 davanti a Locarno, nella parte svizzera del Lago Maggiore. Anche in questo caso la tragedia suscitò vasta eco perché avvenne davanti a un folto pubblico che aspettava la riemersione del mezzo dopo circa mezz’ora come programmato e quindi maturò lentamente in un crescendo di angoscia e disperazione. E poi perché dopo mesi di ricerche il mezzo non veniva trovato dando adito e voci e illazioni di ogni genere. Le autorità sospesero le ricerche e allora cittadini e familiari formarono un comitato per proseguirle con fondi privati.
Mancando risultati la Municipalità chiese la collaborazione del Nucleo Carabinieri Subacquei di Genova che inviò due fra i suoi uomini migliori Cozzolino e Bellarmino guidati da Ferraro e Marcante. Dopo 15 giorni di paziente lavoro di ricostruzione dell’avvenimento e di immersioni il mini sommergibile venne localizzato e il giorno dopo recuperato e portato in secco. Tale era la folla presente che la polizia dovette usare gli idranti per poter operare in sicurezza. Successive inchieste e perizie non chiarirono del tutto le ragioni dell’affondamento che resta sostanzialmente senza spiegazioni. Ma almeno, anche in questo caso, gli sforzi compiuti dai subacquei italiani dettero alle famiglie delle vittime il conforto di una degna sepoltura.

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80 anni: compleanno subacqueo

Il 3 novembre 1994 Luigi Ferraro compiva 80 anni. Quando i  compleanni arrivano a cifre tonde di questa entità e riguardano persone importanti non sono più solo una festa ma diventano avvenimenti. E gli 80 anni di Ferraro sono stati un compleanno memorabile per ambientazione, partecipazione e risonanza.
Si svolsero il 19, con qualche settimana di ritardo per ragioni organizzative, fra il Cristo degli Abissi di San Fruttuoso e lo specchio acqueo del porticciolo di Portofino
La Marina Militare inviò un reparto operativo del Comsubin, comandato personalmente dall’Ammiraglio  Filippo Pascali Comandante Comsubin, la Guardia Costiera era presente con diversi mezzi coordinati dall’Ammiraglio Renato Ferraro (omonimo) Direttore Marittimo Liguria e Comandante del Porto di Genova,  i Nuclei Subacquei dei Vigili del Fuoco guidati dal Responsabile Nazionale Ing. Chimenti, inoltre erano presenti Carabinieri, Polizia di Stato e Guardia di Finanza.
Fra le Autorità il Prefetto di Genova Dott. Marino, il Questore Dott. Pagnozzi, il Generale Greco Comandante la Regione Carabinieri, il Generale Pochesci Comandante le Operazioni Territoriali, il C.V. Spanio Comandante l’Istituto Idrografico. Erano inoltre presenti i rappresentanti di diverse Federazioni Subacquee nazionali ed internazionali.
La RAI dedicò oltre mezz’ora della trasmissione Linea Blu, allora condotta da Puccio Corona, per collegarsi in diretta  e seguire la manifestazione e fu essenziale nei coordinamenti organizzativi istituzionali.
A San Fruttuoso Ferraro si immerge con decine di subacquei che rappresentano tutte le Forze Armate ed Enti Statali come i Vigili del Fuoco dotati di specialità subacquee, associazioni sportive e semplici amici. Deposta una corona ai piedi del Cristo in ricordo dei Caduti sempre sott’acqua vengono consegnate a Ferraro una targa ricordo dall’Ammiraglio Pascali e dal suo vice T.V. Kuciz mentre i suoi fedeli Vigili del Fuoco gli srotolano, sempre ai piedi del Cristo, un lungo striscione nero con tutte le loro firme.
Poco dopo compare una gigantesca torta con 80 torce illuminate sulle quali Ferraro, toltosi l’erogatore di bocca, soffia spegnendole prodigiosamente. Tutti i subacquei gli si fanno intorno si tolgono l’erogatore e comandando la fuoriuscita d’aria provocano una gigantesca colonna di milioni di bolle che risalgono alla superficie. E’uno spettacolo suggestivo e intenso. Da notare che in quell’immersione i Ferraro sono presenti con tre generazioni: oltre a Luigi si immergono infatti i figli Italo e Paolo con sua figlia Emanuela di 9 anni, nipotina quindi di nonno Luigi.
La cerimonia subacquea viene trasmessa in superficie con un sistema TV a circuito chiuso per tutti gli invitati ospitati su un traghetto ivi ancorato. Riemersi i subacquei in superficie il programma continua con lanci dei paracadutisti, azioni dimostrative degli incursori, getti d’acqua della motobarche pompa dei VV.F. e fanfare.
Il termine della giornata è conviviale nello storico Grand Hotel  Miramare di S.Margherita Ligure dove Ferraro conclude le celebrazioni in suo onore ringraziando commosso e raccontando con la semplicità e l’ironia che gli sono proprie alcuni aneddoti delle sue imprese.
All’organizzazione di questo memorabile compleanno subacqueo hanno contribuito Giulio Melegari, responsabile attività subacquee Saipem, la Technisub, la Drafinsub di Dino Passeri per le riprese televisive a circuito chiuso e supporto logistico, la Arcos di Gaetano Tappino per supporto logistico.

Può sembrare eccessivo un tale dispiego di mezzi per una finalità sostanzialmente futile come un compleanno. In realtà quel giorno la “subacquea” con le stellette ha voluto esaltare chi, con le sue gesta, ha contribuito a fare degli Incursori subacquei italiani un corpo leggendario mentre la “subacquea” sportiva e civile, italiana e mondiale ha voluto rendere omaggio a chi, ad essa, ha dedicato tutta la sua vita per farla nascere e crescere.
Ferraro, persona schiva e modesta, fu tenuto all’oscuro di quanto era stato organizzato in suo onore altrimenti mai avrebbe dato il suo consenso. Se ne rese conto solo quella mattina del 19 quando vide il natante su cui era imbarcato con 200 invitati scortato da altre decine di mezzi navali militari e civili e un paio di elicotteri.
Avrebbe voluto fulminare con lo sguardo il figlio Paolo, corresponsabile di tanto trambusto, ma stranamente non riuscì mai a trovarlo da solo.
Alla sera, conclusa la manifestazione, tornando in macchina verso casa incrocia un plotone di Incursori che stanno imbarcando un gommone su un camion e si preparano a rientrare al Varignano. Si ferma, scende, si fa indicare il loro comandante cui dice: “Mi dispiace che vi abbiano mobilitato solo per assistere questo vecchietto che si è immerso in pochi metri ….” e lui, rigido, sull’attenti “Comandante, aver fatto oggi un’immersione dietro di lei è stato per me un onore che non dimenticherò mai”.

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Alcuni invitati sotto bordo alla CP 406 Scialoja della Guardia Costiera
Alcuni invitati sotto bordo alla CP 406 Scialoja della Guardia Costiera
La Motobarca pompa VF 681 dei Vigili del Fuoco alla fonda nello specchio acqueo di Portofino durante la manifestazione
La Motobarca pompa VF 681 dei Vigili del Fuoco alla fonda nello specchio acqueo di Portofino durante la manifestazione
L'ammaraggio nel centro dello specchio acqueo di Portofino di un Incursore lanciatosi con il paracadute
L'ammaraggio nel centro dello specchio acqueo di Portofino di un Incursore lanciatosi con il paracadute
LUIGI FERRARO con la nipotina Emanuela, 9 anni, prima di immergersi  insieme
LUIGI FERRARO con la nipotina Emanuela, 9 anni, prima di immergersi insieme


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Funerali di stato

Il 5 gennaio 2006 a Genova Luigi Ferraro si spegne fra le braccia dei figli. La moglie Orietta li ha lasciati due anni prima.
Il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, appresa la notizia della scomparsa del Capitano di Fregata Medaglia d'Oro al Valor Militare Luigi Ferraro, fa pervenire un messaggio di sentita partecipazione e solidale cordoglio ai familiari e al Presidente delle Medaglie d'Oro al Valor Militare Generale C.C. M.O.V.M. Umberto Rocca.
I funerali di Stato vengono tenuti il 9 gennaio. Il corteo si muove dal piazzale S.Francesco d’Assisi lungo via Corsica fino alla Chiesa del Sacro Cuore a Carignano. Il feretro, appoggiato su un affusto di cannone e avvolto nel Tricolore, viene scortato da sei Carabinieri in Alta Uniforme e sette Incursori uno dei quali reca un cuscino con le decorazioni e i gradi militari. Nutrita la presenza di Gonfaloni e Bandiere, Autorità civili e militari e soprattutto una grande folla di amici e gente comune. Gli onori sono resi dai reparti armati della Marina Militare in particolar modo dal plotone del Raggruppamento subacquei ed incursori "Teseo Tesei". All’ingresso nella chiesa la Banda della Marina intona la Marcia Funebre.
Ai funerali sono presenti non solo le rappresentanze della Marina Militare, ma tutti coloro che, per i loro vari servizi, hanno nuclei subacquei in organico: Carabinieri, Polizia di Stato, Vigili del Fuoco, Guardia di Finanza, ecc. e tutte le Associazioni d’Arma e Combattentistiche di Genova e di La Spezia.
Gli onori ufficiali sono tributati dal Capo di Stato Maggiore della Difesa Ammiraglio DI PAOLA con il Capo di Stato Maggiore Ammiraglio BIRAGHI con la presenza del Comandante del Dipartimento Marittimo di La Spezia Ammiraglio LERTORA, del Comandante degli Incursori Ammiraglio PAPERINI, del Prefetto di Genova Dott. Giuseppe ROMANO, dal Sindaco di Genova Prof. Pericu, delle rappresentanze del Comune, Provincia e Regione, e della locale Questura.
Officia la Santa Messa l’Ordinario Militare Monsignor BAGNASCO, tra una enorme folla che gremisce la Chiesa del Sacro Cuore e San Giacomo di Carignano, e l’ampio sagrato.

I familiari avevano espresso il desiderio che le spoglie fossero accolte nel Pantheon del Cimitero di Staglieno di Genova ove vengono tumulati i genovesi illustri. Per  ragioni politiche, invece la giunta comunale ritenne la richiesta irricevibile a causa delle connotazioni “fasciste” del loro congiunto. Viene alla mente la conclusione di un racconto di Giovannino Guareschi. Il sindaco Peppone, dopo avere ascoltato il dibattito col quale il consiglio comunale ha stabilito di non esaudire la richiesta, in punto di morte, della vecchia maestra del paese d'essere sepolta con la "sua" bandiera, quella con lo stemma, comunica che invece si farà come voleva la maestra, poiché "rispetto più lei da morta che tutti voi da vivi".
Ferraro è stato accolto da Trieste ove riposa insieme alla moglie Orietta Romano, nella di lei tomba di Famiglia nel cimitero di S.Anna, nel campo 11.

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Il feretro adagiato sull'affusto di cannone scortato da 6 Carabinieri in Alta Uniforme, 7 Incursori Comsubin, i Gonfaloni
Il feretro adagiato sull'affusto di cannone scortato da 6 Carabinieri in Alta Uniforme, 7 Incursori Comsubin, i Gonfaloni
Il Blu delle divise della Marina, il Verde degli Incursori, il Rosso della folta rappresentanza dei Vigili del Fuoco
Il Blu delle divise della Marina, il Verde degli Incursori, il Rosso della folta rappresentanza dei Vigili del Fuoco
Il feretro avvolto nel tricolore della Marina Militare; sul cuscino le decorazioni ed i gradi militari
Il feretro avvolto nel tricolore della Marina Militare; sul cuscino le decorazioni ed i gradi militari
Il Capo di Stato Maggiore Difesa Ammiraglio Di Paola con altre alte Autorità militari
Il Capo di Stato Maggiore Difesa Ammiraglio Di Paola con altre alte Autorità militari


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