Meno di due giorni dopo, proprio ad Alessandretta, una magnifica opportunità di utilizzare al meglio gli ultimi due bauletti esplosivi rimasti: a 2.000 metri dallo stabilimento balneare è ancorato il Fernplant, un piroscafo norvegese di 127 metri fuori tutto, da 5.274 tonnellate di stazza e 7.000 di portata, che sta caricando 6.000 tonnellate di minerale di cromo.
La mezzanotte è passata da venti minuti quando Ferraro può passare all'attacco.
Al Fernplant è accostato un mercantile turco carico del minerale di cromo da trasbordare sul piroscafo norvegese. Le due navi appaiono illuminate a giorno: anche la fiancata destra è illuminata e a circa 4 metri dall' estremità della prora due potenti riflettori, uno per lato, gettano dall' alto in basso i loro fasci di luce sullo scafo e sull' acqua. Ferraro, tenendosi a debita distanza, comincia a girare attorno al bersaglio nella speranza di individuare lungo murata un punto meno illuminato che gli permetta l'accostamento. Ma invano: da una batteria di sette riflettori per lato si rovesciano cascate di luce sulle fiancate, sul mare. L'unica è tentare l'accostamento di prua: in direzione del dritto la luce è un po' attenuata, e poi è meno probabile che li ci sia gente.
Sono le 2 del mattino quando 1'incursore è sul dritto di prora, il suo punto d'attacco prediletto. Riemerge per pochi istanti là dove nessuno può scorgerlo. Guarda in alto, getta uno sguardo tutt'intorno, finalmente passa alla respirazione dall'ARO, torna a immergersi lungo il dritto, conserva con le dita nude il contatto con la chiglia. Ora usa le braccia spalancate come un compasso per misurare approssimativamente la distanza percorsa, e quando ritiene d'essere a mezza nave si allontana dalla chiglia per dirigersi dove dovrebbe essere l'aletta antirollio di dritta. La luce abbacinante dei riflettori che fino alla sua immersione ha costituito il pericolo maggiore ora gli è benigna: sott'acqua non c'è buio totale ma un diffuso chiarore che aiuta 1'Uomo Gamma a discernere la sagoma dell' aletta destra.
Piazza il primo bauletto a proravia dell' aletta, stringe i 'sergenti', sistema il 'ponticello di scorrimento', sfila la coppiglia che tiene ferma l'elichetta, squarcia col coltello i galleggianti; si sposta verso la zona posteriore dell' aletta, ripete tutta la procedura con gesti sicuri. Tutto fatto. Alle 2.30 torna a uscire da sotto la nave dallo stesso punto in cui si era immerso.
La motonave Fernplant affonderà poi nelle acque al largo della Siria.
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